FATTORI  DI  RISCHIO

  CARDIOVASCOLARI

 

(Cardiovascular disease risk

factors)

 

Sono trascorsi più di sessanta anni da quando un gruppo di esperti in cardiologia si riunì per discutere sul dilagare della cardiopatia ischemia e delle sue manifestazioni cliniche: l'angina, l'infarto del miocardio e la morte improvvisa e per cercare di individuarne le cause. Essi conclusero i lavori asserendo di avere indivi-duato alcuni fattori responsabili della cardiologia ischemica, tra i quali vi era l'ipertensione arteriosa, l'ipercolesterolemia, l'obesità, l'eccesso alimentare,il diabete mellito, la sedentarietà, il fumo di sigaretta, lo stress. Dopo 60 anni sono ancora loro i killers ed in particolare la triade ipertensione-ipercolestero-lemia-diabete mellito ha un ruolo di primo piano nella  responsabilità delle numerose vittime che la cardiopatia ischemica miete ogni anno, in tutto il mondo.

Oggi viene attribuito un ruolo importante anche all' ereditarietà.

Usualmente i fattori di rischio vengono classificati in:

.fattori immodificabili

(non-modifiable risk factors),

.fattori modificabili

(modifiable risk factors).

Essi comprendono:   

.predisposizione familiare,
.età,
.sesso,
.appartenenza ad una specifica etnia, intesa non tanto come genotipo ma come tendenza all'adozione di uno stile di vita e dietetico aterogeni.   

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Essi comprendono:

.fumo di sigaretta,
.ipertensione arteriosa, 
.ipercolesterolemia,
.diabete mellito,
.sedentarietà,
.sovrappeso/obesità,
.stress,
.eccessivo consumo di bevande alcoliche

 

Sui fattori modificabili deve essere rivolta la nostra attenzione, in quanto esistono evidenze che dimo- strano che, con l'adozione di una dieta adeguata, con il cambiamento dello stile di vita e  con l' uso ap- propriato di farmaci specifici, essi possono essere modificati. Inoltre è stato ampiamente dimostrato che con la modificazione dei fattori di rischio, si os- serva una significativa riduzione del rischio di eventi cardiovascolari.

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Parte del DNA umano.
Parte del DNA umano.

Da alcuni anni, sulla base di studi epidemiologici, è stato ipotizzato che possa- no giocare un ruolo im- portante anche fattori di ri- schio genetici.   Nella prati- ca per l' individuazione di questi fattori esistono pro- blemi legati alla patogene- si della cardiopatia ische- mica, la quale è il risultato dell' interazione di numerose varianti genetiche, le quali sono capaci di influenzare il fenotipo, ma tutte in modo lieve.

Recenti ricerche, nelle quali è stata utilizzata una nuova metodica di analisi genomica,  hanno portato all' identificazione di alcuni marcatori genetici che sono stati associati al rischio di infarto del mio- cardio. I risultati di questi studi ci consentono di essere più ottimisti, ciononostante l' individuazione di marcatori genomici è una tecnica ancora lontana dall' essere applicata nella pratica clinica corrente. Pertanto ancora oggi questa metodica può essere utilizzata solo in casi clinici assai selezionati, in particolare  nei casi  in cui potrebbe risultare assai vantaggiosa una modificazione dello stile di vita per fronteggiare una forte predisposizione genetica allo sviluppo della malattia.

Fattori di  rischio emergenti:

  • Fibrinogeno,
  • PCR,
  • Omocisteina,
  • Lipoproteina "a",
  • Frequenza cardiaca,
  • Aterosclerosi subclinica,
  • Intolleranza al glucosio,
  • Circonferenza vita.

I fattori di rischio non vanno considerati singolar-mente, ma è necessario considerarli nella loro glo- balità. La presenza di più fattori di rischio, anche se i loro valori sono superiori soltanto di poco rispetto ai livelli della normalità, fa aumentare in modo signi-ficativo la probabilità di sviluppare negli anni una malattia cardiovascolare.

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COME MODIFICARE I FATTORI DI RI- SCHIO CORONARICO

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Oper.medici e tecnici dell' U.O. di Cardiologia Riabili-tativa dell' Az. Osp. Mater Domini Catanzaro.
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